Industria 4.0
Industria 4.0
L'Industrial IoT digitalizza i processi produttivi

APPROFONDIMENTI

Il super e l’iperammortamento Industria 4.0 diventano un credito d’imposta

agevolazione anche per gli investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione, proroga dell’incentivo sulla formazione 4.0, con una rimodulazione a seconda delle dimensione dell’impresa, rifinanziamento della nuova Sabatini


Da Super e ipermmortamento a credito di imposta

L’acquisto di nuovi macchinari invece che con il superammortamento degli anni scorsi, è agevolato con un credito d’imposta. Si applica:

Stesso discorso per l’iperammortamento per l’acquisto di macchinari digitali e software, che diventa quindi un credito d’imposta, con le stesse tempistiche sopra esposte

Il credito d’imposta si utilizza:

Importante: il nuovo credito d’imposta si applica esclusivmente agli investimenti 2020, in base alle regole sopra riportate, a meno che non ricadano già fra quelli agevolabili con il super o l’iperammmortamento 2019. Quindi, le regole per la transizione sono le seguenti. Se i macchinari, anche digitali in chiave 4.0, e i software vengono acquistati entro il 30 giugno 2020, ma l’ordine era già stato accettato entro il 31 dicembre 2019, con pagamento di almeno il 20%, si applica l’ammortamento 2019.


OPERAZIONE INCENTIVATA PRECEDENTE INCENTIVO INCENTIVO 2020
Acquisto beni strumentali nuovi Superammortamento al 130% Credito d'imposta al 6% fino a 2 mln di euro
Acquisto beni strumentali per la transizione digitale 4.0 (allegato A legge 232/2016) Iperammortamento Industria 4.0: al 170% fino a 2,5 mln di euro, 100% tra 2,5 e 10 mln di euro, 50% tra 10 e 20 mln di euro Credito d'imposta: al 40% per investimenti fino a 2,5 mln di euro, al 20% fra i 2,5 e i 10 mln di euro
Acquisto software (beni immateriali, allegato B legge 232/2016) Iperammortamento beni immateriali Industria 4.0 al 40% Credito d'imposta al 15% fino a 700mila euro

Nuova Sabatini

La Nuova Sabatini è uno degli strumenti che più hanno funzionato negli ultimi anni per favorire il ricambio del parco macchine e la digitalizzazione delle PMI.


Prevede un finanziamento agevolato:

Le novità

Fino ad oggi si poteva applicare su una spesa da 20mila a 2 milioni di euro. Con il decreto Crescita il tetto massimo finanziabile sale a 4 milioni di euro. E’ poi introdotta la possibilità di erogare il contributo in un’unica soluzione se il finanziamento è inferiore ai 100mila euro. Si tratta di una misura che snellisce le procedure e migliora il flusso di cassa per i prestiti che restano all’interno di questo tetto (che, in base alla relazione illustrativa, rappresentano il 10% dei finanziamenti richiesti).

Industria 4.0: storia, significato ed evoluzioni tecnologiche a vantaggio del business

1784 – Industria 1.0
L’Industria 1.0 corrisponde a una rivoluzione della manifattura rispetto all’uso dell’energia: l’invenzione della macchina a vapore, infatti, consente alle fabbriche di abbandonare mulini e introdurre una meccanizzazione della produzione all’insegna di una maggiore velocità e potenza.

1870 – Industria 2.0
L’Industria 2.0 rappresenta la seconda generazione energetica, legata all’utilizzo dell’elettricità prima e del petrolio poi, che permettono di incrementare ulteriormente i livelli di meccanizzazione e di produzione. È grazie a questa rinnovata potenza che nella manifattura si afferma progressivamente quella catena di montaggio che inaugura l’era della produzione di massa.

1970 – Industria 3.0
L’industria 3.0 riassume l’ingresso in fabbrica dell’ICT di prima generazione: informatica ed elettronica incrementano ulteriormente i livelli di automazione non solo nell’ambito produttivo ma anche (e soprattutto) organizzativo. Si diversificano le infrastrutture e si avviano nuovi processi che, all’insegna della progressiva digitalizzazione, diversificano e agevolano il lavoro delle persone migliorando la qualità della produzione.

2011 (e oltre) – Industria 4.0 (fino al 2019)
L’Industria 4.0, includendo un mix tecnologico di robotica, sensoristica, connessione e programmazione, rappresenta una nuova rivoluzione rispetto al modo di fabbricare i prodotti e di organizzare il lavoro. Come? Grazie a nuovi modelli di produzione sempre più automatizzati e interconnessi, asset e prodotti intelligenti e comunicanti, una tracciabilità e una rintracciabilità dei processi tale da portare a una gestione delle informazioni collettiva, condivisa e collaborativa a livello di filiera, nuove logiche di servizio all’insegna del cloud e della mobility. Il tutto incentrato su una Internet di ultima generazione (Industrial Internet), capace di portare dentro e fuori alle fabbriche più informazione, più integrazione, più interazione e più efficienza, rinnovando i processi e i sistemi ma anche portando nuove regole di comunicazione e di servizio. Software di nuova generazione da un lato e Big Data Management d’altro, è così che la produzione riesce ad arrivare a una personalizzazione di massa. La continua evoluzione delle tecnologie sta diversificando la declinazione del 4.0 su più livelli e ambiti operativi associati all’uso dell’Intelligenza Artificiale e di tutte le derive del digitale, Blockchain inclusa.

Da dove nasce il termine Industria 4.0

Termine di nuovo conio che ha dato l’abbrivio a una reinterpretazione della nostra cronistoria tecnologica, Industria 4.0 è stato usato per la prima volta nel 2011 alla Fiera di Hannover, in Germania, come ipotesi di progetto da cui è partito un gruppo di lavoro che nel 2012 ha presentato al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per l’implementazione del Piano Industria 4.0. L’8 aprile 2013, sempre alla Fiera di Hannover, è stato diffuso il report finale con una previsione degli investimenti necessari su infrastrutture, scuole, sistemi energetici, enti di ricerca e aziende per ammodernare il sistema produttivo tedesco e riportare la manifattura tedesca ai vertici mondiali rendendola competitiva a livello globale. Il modello è stato fonte di ispirazione per tutti gli altri Paesi.


In Italia il Piano Nazionale Industria 4.0 - 2017-2020 è stato presentato il 21 settembre 2016 dal Ministero dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e prevede un insieme di misure organiche e complementari in grado di favorire gli investimenti per l’innovazione e la competitività.